Quello che riesce a fare la musica in questo disco è disegnare un quadro. La vivacità, la creatività delle composizioni, il dialogo delle tastiere dei fratelli Nocenzi (all'epoca Vittorio e Gianni avevano rispettivamente 19 e 21 anni) e la poesia dei testi di Francesco Di Giacomo trasportano in un mondo da cui è difficile uscire.
"R.I.P." è probabilmente la canzone più famosa dell'album, ma tutta la grandezza del Banco si può ascoltare in "Il giardino del mago", dove composizione e poesia dei testi trascinano l'ascoltatore nel giardino incantato in cui abbracciare libertà eterna. Veramente eterna, proprio come la sua via, in cui morte non ha domini e l'amore varca i confini (per citare la canzone stessa). -Non faccio altre citazioni per evitare spoiler a chi non ha mai ascoltato il disco-
Questo album è un carosello di grande spessore musicale e se al suo termine rimarrete incollati a fissare il muro meditando su ciò che avete appena sentito, non preoccupatevi, è tutto normale.
Nelle foto si può vedere la 4a ristampa italiana dell'album che, a differenza della prima, non presenta la consueta custodia a forma di salvadanaio tanto amata dai collezionisti. Tuttavia, il disco suona molto bene e, nel caso non vi potreste permettere la prima stampa, rimane comunque un buon acquisto per il prezzo di mercato assieme alla 3a edizione Ricordi.
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