Klanggalerie – gg271
E' oramai noto che dietro al lavoro di quattro decadi dei Residents, ci siano stati quelli che noi identifichiamo con il nome di Hardy Fox e Homer Flynn. Musicisti che hanno ispirato e dato luogo ad una delle scene musicali più interessanti di San Francisco tramite l'etichetta discografica "Ralph Records". La natura criptica del gruppo, di cui per decenni i membri sono rimasti ignoti, ha stimolato la fantasia dell'opinione pubblica, fino ad indicare anche Frank Zappa tra i possibili componenti. E qui c'è da fare una osservazione: se veramente sono stati aperti innumerevoli dibattiti sulla presenza, o meno, di uno dei più grandi compositori rock del nostro tempo all'interno dei Residents, possiamo essere d'accordo che i Residents rappresentino non solo una scheggia impazzita nel panorama musicale, ma un progetto di grande genialità che è destinato a rimanere nella storia.
E qui arriviamo al punto cruciale, perché il nostro Hardy Fox sembrerebbe essere stato la vera mente creativa dei Residents dagli anni 70 ad oggi (e di numerosi altri progetti). Lo "è stato" perché, ufficialmente, è morto nell'ottobre del 2018 per tumore cerebrale. Seppur ad alcuni può risultare inquietante, è importante conoscere il motivo per cui è venuto a mancare, considerando che lui stesso ha in un qualche modo ironizzato sulla questione, inserendo apparentemente nel disco "25 Minus Minutes" l'immagine della risonanza magnetica del cervello e titolando sul suo sito ufficiale (link sotto) la causa del decesso. Tutto in perfetto stile Residents.
Tuttora continuano ad uscire lavori di Hardy Fox attraverso l'etichetta austriaca Klanggallerie, la quale ha rilasciato nel febbraio 2018 il disco "Hardy Fox". Nell'album suonano le matrici caratteristiche dell'artista: arpeggiatori, drum machine e sintetizzatori si sposano con una voce flebile che racconta la propria vita attraverso l'amore. Malinconico e cupo a tratti, questo disco è il testamento di un grande artista. Per descrivere al meglio ciò che vuole esprimere il disco, lascio la parola ad Hardy Fox:
"The intensity of love always takes me back to my youth when all was new and strange. Each element that drove sexual exploits had to be explored, considered and digested. Now older, I turn memories into music. One from the heart."
HardyFox.com
E' oramai noto che dietro al lavoro di quattro decadi dei Residents, ci siano stati quelli che noi identifichiamo con il nome di Hardy Fox e Homer Flynn. Musicisti che hanno ispirato e dato luogo ad una delle scene musicali più interessanti di San Francisco tramite l'etichetta discografica "Ralph Records". La natura criptica del gruppo, di cui per decenni i membri sono rimasti ignoti, ha stimolato la fantasia dell'opinione pubblica, fino ad indicare anche Frank Zappa tra i possibili componenti. E qui c'è da fare una osservazione: se veramente sono stati aperti innumerevoli dibattiti sulla presenza, o meno, di uno dei più grandi compositori rock del nostro tempo all'interno dei Residents, possiamo essere d'accordo che i Residents rappresentino non solo una scheggia impazzita nel panorama musicale, ma un progetto di grande genialità che è destinato a rimanere nella storia.
E qui arriviamo al punto cruciale, perché il nostro Hardy Fox sembrerebbe essere stato la vera mente creativa dei Residents dagli anni 70 ad oggi (e di numerosi altri progetti). Lo "è stato" perché, ufficialmente, è morto nell'ottobre del 2018 per tumore cerebrale. Seppur ad alcuni può risultare inquietante, è importante conoscere il motivo per cui è venuto a mancare, considerando che lui stesso ha in un qualche modo ironizzato sulla questione, inserendo apparentemente nel disco "25 Minus Minutes" l'immagine della risonanza magnetica del cervello e titolando sul suo sito ufficiale (link sotto) la causa del decesso. Tutto in perfetto stile Residents.
Tuttora continuano ad uscire lavori di Hardy Fox attraverso l'etichetta austriaca Klanggallerie, la quale ha rilasciato nel febbraio 2018 il disco "Hardy Fox". Nell'album suonano le matrici caratteristiche dell'artista: arpeggiatori, drum machine e sintetizzatori si sposano con una voce flebile che racconta la propria vita attraverso l'amore. Malinconico e cupo a tratti, questo disco è il testamento di un grande artista. Per descrivere al meglio ciò che vuole esprimere il disco, lascio la parola ad Hardy Fox:
"The intensity of love always takes me back to my youth when all was new and strange. Each element that drove sexual exploits had to be explored, considered and digested. Now older, I turn memories into music. One from the heart."
HardyFox.com
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